“MEET ME IN SANT’ELENA, TI AMO”: LA STORIA DEL PRIMO VAPORETTO

18 maggio 2023

La navigazione a vapore è presente in laguna sin dagli anni ’70 del XIX secolo, quando un servizio di vaporetti detti caponère gestito dalla Società veneta navigazione a vapore lagunare collegava il centro storico con San Giuliano, Fusina, Chioggia, Cavazuccherina (ovvero l’attuale Jesolo) e San Donà. Questa società, la SVNVL venne costituita il 12 gennaio 1873 nel momento in cui rilevò dallo svedese Theodore Hasselquist, veneziano d’adozione, i battelli a vapore già esistenti, a cui si andò ad aggiungere un’ulteriore imbarcazione in costruzione presso la ditta Neville.

Fu nel 1879 però che Alessandro Finella, un piemontese residente a Venezia, con bene in mente i bateaux mouches francesi che all’epoca navigavano già sulla Senna, ottenne dal prefetto Sormani Moretti la prima autorizzazione, ufficializzata in seguito il 27 luglio 1880, inerente il servizio all’interno del centro storico. Dall’associazione dell’imprenditore italiano con il francese Frédéric Williams, fondatore della Compagnie de Navigation de la Basse-Loire (CNBL), nascerà poi la società Compagnie des Bateaux Omnibus de Venise, con sede a Parigi.

Il primo vaporetto, o batèo, in dialetto veneziano, fu battezzato “Regina Margherita” e contrassegnato con il numero 1, lo stesso della linea che porta in questi giorni di apertura della Biennale Architettura 2023 i colori del Venezia FC e la scritta “Meet me in Sant’Elena, Ti amo” sulla livrea. Con questo battello, realizzato in collaborazione Moovit, app numero uno al mondo per la mobilità urbana, si possono raggiungere luoghi iconici della città lagunare quali Rialto e San Marco navigando sul Canal Grande, via d’acqua che la linea 1 percorre nella sua interezza.

Il Regina Margherita, che era lungo 20 metri ed equipaggiato con con un motore da 50 cavalli, fu completato nel cantiere di Paul Oriolle a Nantes il 27 aprile 1881, e partì alla volta di Venezia il 7 maggio 1881 pilotato da un marinaio di Rezé di nome Sébastien Lebreton, il quale navigò dapprima sino alla foce della Loira, poi lungo la costa Atlantica fino a Bordeaux dove prese il canale della Garonna fino a Tolosa, e poi il Canal du Midì (l’attuale Canal Royal en Languedoc) fino al porto di Sète nel Mediterraneo per circumnavigare in seguito l’intera penisola italiana. La traversata si concluse con l’arrivo a Venezia l'11 giugno 1881, finendo peraltro in una secca vicino a San Michele.

Sin dal momento in cui il primo vaporetto giunse in Canal Grande, in occasione del Congresso di Geografia, non fu visto di buon occhio da alcuni politici, ma soprattutto dai gondolieri, il cui disappunto per l’innovazione che prometteva di cambiare radicalmente la prospettiva del loro lavoro e, conseguentemente, dei loro guadagni, sfociò nella protesta del 1° novembre 1881, giornata in cui la categoria organizzò uno sciopero di 48 ore. La giornata non fu scelta casualmente, ma per creare il maggior disagio possibile: in quella data infatti si celebrava la commemorazione dei defunti, e la popolazione veneziana riscontrò notevoli difficoltà nel raggiungere l’isola di San Michele, luogo in cui ha sede il cimitero cittadino.

Fu così che i gondolieri costrinsero il municipio a far accogliere alcune delle loro richieste come l’assicurazione che il servizio svolto dal vaporetto si sarebbe svolto solo dall’alba al tramonto, o l’eliminazione di alcune delle dodici fermate inizialmente previste, come quella della Ferrovia. La contestazione dei gondolieri venne placata, ma non trovò la sua fine, infatti ben otto anni dopo, nel 1889, in occasione visita a Venezia della regina Margherita e del principe di Napoli, colui che sarebbe poi divenuto Vittorio Emanuele III, la categoria scese di nuovo in piazza in una manifestazione di protesta.

La presa di posizione dei gondolieri contro il progresso estrinsecato nel vaporetto trovò addirittura trasposizione nell’opera di Giacinto Gallina, che il drammaturgo veneziano chiamò Serenissima, e che andò in scena per la prima volta nel marzo 1891 al Teatro Drammatico di Roma. Fu poi nel pieno del secondo conflitto mondiale, nel 1943, che Andrea di Robilant girò un film, Canal Grande, ispirandosi a sua volta all’opera del commediografo nativo del sestiere di Castello.

Fu così che, con buona pace dei gondolieri, una volta constatata l’utilità del nuovo mezzo di trasporto, la Compagnie des bateaux Omnibus diede il la alla produzione di otto battelli presso i cantieri francesi di Rouen. Questi primi modelli si caratterizzavano per la presenza di un'apertura a prua e di una plancia in zona centrale lievemente rialzata, così da permettere il posizionamento nella parte sottostante delle caldaie a vapore, e, come il Regina Margherita, si trovarono ad arrivare in quel di Venezia circumnavigando l’Italia.