6 dicembre 2021
Nella Giornata 16 della stagione di Serie A 2021/22, allo Stadio Pier Luigi Penzo è andato in scena quello che è stato il 75° derby veneto della massima serie, un match tra le formazioni di due città, Verona e Venezia, che hanno ispirato alcune delle più grandi opere teatrali di William Shakespeare.
Dopo pochi minuti dal fischio d'inizio, il Venezia ha dovuto rinunciare all'attaccante David Okereke, costretto ad uscire dal campo per infortunio. Al suo posto, il tecnico del Venezia Paolo Zanetti ha inserito Dennis Johnsen, che si è posizionato al fianco di Thomas Henry in attacco. Il nuovo tandem offensivo ha dimostrato da subito grande affiatamento grazie al ritmo di del nazionale norvegese ed alla fisicità della punta francese.
Da subito, il Venezia si è dimostrato padrone del gioco, portandosi in vantaggio per 3-0 già nei primi trenta minuti della prima frazione di gioco.
Al 12' dopo un corner respinto dalla difesa ospite, la palla arriva sui piedi di Aramu che crossa profondo sul secondo palo per Henry, che di testa serve Pietro Ceccaroni, il quale, da distanza ravvicinata, segna la rete dell'1-0.
Al 17' il Venezia raddoppia grazie ad una azione tutta in verticale. Sofian Kiyine, riceve palla nella propria metà campo e, seppur pressato, riesce con un lancio illuminante a servire Johnsen nello spazio. L'ala veneziana ha poi la lucidità di indirizzare la palla verso l'accorrente Domen Črnigoj, che realizza il 2-0 superando l'incolpevole Montipò.
Al 27' Henry realizza il terzo gol, una rete di pura astuzia che è la sintesi della fame e dell'intensità del pressing dei padroni di casa. L'azione nasce da un lancio lungo di Sergio Romero, che Henry, infilandosi tra il difensore Paweł Dawidowicz ed il portiere Lorenzo Montipò, ha trasformato in quella che è stata la seconda marcatura in questo campionato.
Si chiude così un primo tempo di alto livello, con il Venezia che è andato negli spogliatoi per il l’intervallo con un vantaggio di 3-0. Ma per quanto un vantaggio di tre reti possa essere sembrare cospicuo, nel calcio bisogna sempre fare i conti con l’avversario, ed il Verona è un squadra di valore indiscusso. I Gialloblu infatti sono arrivati a questa gara forti del sesto miglior attacco della Serie A e con un cannoniere come Giovanni Simeone, autore, con quelli di ieri, di 11 gol in campionato; con queste premesse c’era da aspettarsi che la formazione di Tudor non si sarebbe arresa facilmente, soprattutto in un derby.
Poco dopo il fischio d’inizio della ripresa, le sorti della partita hanno iniziato a virare verso un’altra direzione.
È infatti il 52’ minuto quando su un calcio d’angolo per il Verona, Thomas Henry colpisce di testa per liberare, con la palla che però finisce nella propria porta, regalando così agli scaligeri un'ancora di salvezza.
Da quel momento ha iniziato a materializzarsi la rimonta veronese. Allo scoccare dell'ora di gioco, una palla pericolosa rimbalza in area di rigore e scavalca Romero in uscita passando sopra la sua testa. Sarà il difensore gialloblu Davide Faraoni ad approfittarne con un colpo di testa diretto nello specchio della porta rimasto sguarnito. Pietro Ceccaroni tenta il tutto per tutto per salvare la porta della sua squadra, colpendo però il pallone con la mano, causando così di conseguenza il fischio del direttore di gara che mostra prima il cartellino rosso al centrale lagunare, e subito dopo indica il dischetto del rigore.
Dagli undici metri si presenta Gianluca Caprari che realizza il secondo gol veronese, costringendo di lì in avanti i lagunari a dover difendere un solo gol di vantaggio in inferiorità numerica.
Il tecnico arancioneroverde Paolo Zanetti effettua una tripla sostituzione al 66’ minuto, inserendo Gianluca Busio, Tyronne Ebuehi ed un difensore centrale, Michael Svoboda, per dare nuovo vigore al centrocampo e di rinforzare la difesa.
Lo slancio veronese però è tale da non poter essere arginato con la tattica.
Passa infatti appena un minuto quando, su un errato disimpegno della difesa arancioneroverde, la palla finisce sui piedi di Faraoni, che di prima intenzione serve Simeone. L’argentino con un pregevole colpo sotto scavalca il suo connazionale Sergio Romero, rimettendo così il risultato in parità.
In 15 si passa dal 3-0 al 3-3, con il Venezia che in inferiorità numerica deve stringere i denti nel cercare di mantenere il risultato di parità. Un obiettivo per cui i lagunari hanno lottato, riorganizzandosi come possibile, resistendo quasi sino alla fine ad un pressing avversario asfissiante.
All'85', però arriva il sorpasso veronese, ancora con Simeone, questa volta con un siluro dalla distanza che si infila all’incrocio dei pali della porta difesa da un incolpevole Romero, mettendo così a segno il suo undicesimo gol del torneo, divenendo così il giocatore che da ottobre ha segnato più gol nei primi cinque campionati europei.
Dopo essere rimasto imbattuto per tre partite (Genoa, Roma, Bologna), il Venezia nonostante la terza sconfitta consecutiva (Inter, Atalanta e Verona), riesce comunque a mantenere un distacco di cinque punti dalla zona retrocessione. Il match ha lasciato l’amaro in bocca, e molti aspetti da cui imparare, così come alcuni elementi positivi su cui costruire le partite che verranno, come ad esempio il gioco espresso nella prima frazione di gioco.
Già Sabato la squadra di Paolo Zanetti affronterà un altro test importante con un avversario di prestigio, la Juventus, che arriverà allo Stadio Penzo per il match valido per Giornata 17 del campionato di Serie A 21/22.
Venezia 3-4 Verona
Marcatori: Ceccaroni 12’, Črnigoj 19’, Henry 27’, Henry 52’ (OG), Caprari 65’ (P), Simeone 67’, Simeone 85’
Venezia (4-3-1-2): Romero, Mazzocchi (Ebuehi 66’), Caldara, Ceccaroni, Molinaro, Črnigoj, Vacca (Tessmann 74’), Kiyine (Busio 66’), Aramu (Svoboda 66’), Okereke (Johnsen 7’), Henry
In panchina: Lezzerini, Forte, Heymans, Bjarkason, Schnegg, Peretz, Haps
Mister: Paolo Zanetti
Verona (3-4-2-1): Montipò, Casale, Dawidowicz, Ceccherini, Faraoni, Tameze, Veloso (Lasagna 57’), Lazović, Ilić (Bessa 79’), Caprari (Magnani 30’), Simeone
In panchina: Pandur, Çetin, Rüegg, Berardi, Šutalo, Ragusa
Mister: Igor Tudor