Presentato il Responsabile del Settore Giovanile e Metodologia del Club

18 novembre 2021

Mentre continua a gonfie vele la campagna di mini abbonamenti invernali che ha superato le 3.200 unità già vendute, nella giornata di oggi si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Responsabile del Settore Giovanile e Metodologia del Club, Isaac Guerrero, e del suo team composto fra gli altri da eccellenze di settore quali Quim Estrada e Jordi Fernández.

L’evento è stato aperto dal Vice Presidente del Club, Andrea Cardinaletti il quale ha manifestato tutta la soddisfazione della società per il progetto che oggi si andava a presentare.

L’arrivo di Isaac, Quim e Jordi è un passo importante per il Venezia e per il nostro piano strategico, che si basa su quella che è una visone a lungo termine. Siamo ambiziosi, vogliamo raggiungere qualcosa di importante, ed arrivare a rappresentare qualcosa di grande nel panorama italiano. Oggi celebriamo una delle tante anime del Club che si muovono in sinergia e si completano l’una con l’altra, la parte tecnica della società, nella fattispecie il settore giovanile”.

A prendere la parola è stato poi il Consigliere delegato per l'Area Sportiva del Venezia, Iván Ramiro Córdoba.

Ci tenevo molto a fare questa presentazione di persona, questo perché il contatto umano è imprescindibile per uno sport come il calcio. Il periodo da cui stiamo uscendo, in cui è stata necessaria la distanza fra tutti noi, per il mondo del calcio è stato ancora più difficile, motivo per cui ho voluto davvero molto fare in presenza questa presentazione, soprattutto considerando l’importanza di questo momento per quello che è il progetto della società.

La nostra è una visione che guarda al futuro, questo seppur sapendo di dover fare un passo alla volta, e consci che nel calcio, come forse anche in ogni altro progetto, è la cura dei dettagli a fare la differenza. E se parliamo di futuro, nella nostra visione è imprescindibile guardare ai giovani, ed ecco il motivo della nostra scelta.

Ognuno di noi nella dirigenza lavora per il bene della società, e se siamo oggi arrivati a questo punto è stato anche merito di chi ha lavorato per dare un’impronta al settore giovanile negli anni passati. Paolo Poggi, Mattia Collauto, Fabiano Speggiorin, solo per citarne alcuni, tutti loro hanno fatto un lavoro grandioso, soprattutto considerando che le energie dovevano essere ovviamente anche essere focalizzate sulla prima squadra, ma nonostante ciò hanno saputo in maniera lungimirante investire e spendersi molto per il settore giovanile. Qui erano già state poste delle basi importanti, la nostra dirigenza era andata a studiare il settore giovanile del Barcellona di Isaac, un modello che consideravano paradigmatico per il successo e soprattutto in linea con la visione della società. Il destino poi ha voluto che proprio quel modello che la dirigenza aveva voluto iniziare a studiare ora abbia la possibilità con Isaac ed il suo team di trovare a Venezia una sua realizzazione, ed andare così ad edificare una nostra identità di gioco che dal settore giovanile possa arrivare un giorno alla prima squadra. La simbiosi fra queste due realtà, per l’appunto il settore giovanile e prima squadra, deve essere tale da poter permettere a quelli che sono i giovani di oggi di divenire coloro che scenderanno in campo nella prima squadra di domani, un team che noi auspichiamo sarà costituito in prevalenza da giocatori formatisi in casa nostra, nel nostro vivaio.

Per tutti questi motivi l’opportunità di avere con noi Isaac, Quim e Jordi è grandiosa. Loro saranno i responsabili del settore giovanile così da poter formare i nostri giovani talenti che sognano di giocare in prima squadra per riuscire a coronare nella realtà dei fatti queso loro desiderio. Gli abbiamo fortemente voluti, e loro hanno abbracciato il nostro progetto con passione, decidendo di lavorare sodo non solo per il Venezia intesa come squadra, ma anche per Venezia come città, un luogo unico al mondo e con una sua identità riconoscibile, una dinamica che vogliamo sia tradotta anche sui campi di gioco.

La società ha lavorato molto anche per darci la possibilità tramite le strutture di poter perseguire quest’obiettivo. Il Taliercio sarà casa nostra, un luogo dove i nostri ragazzi saranno fianco a fianco ai giocatori della prima squadra, andando così ad alimentare i loro sogni di arrivare anche loro un giorno in Serie A. E con ragazzi intendo anche le ragazze, che sono allo stesso modo centrali nel nostro progetto”.

La parola è poi passata al Responsabile del Settore Giovanile e Metodologia del Club, Isaac Guerrero.

Per noi essere qui è un’opportunità immensa. La nostra voglia di avere un’esperienza internazionale era grande e il Venezia con il suo progetto rispondeva a tutto ciò che desideravamo. Con Ivan ci siamo subito intesi, così come con la società, i suoi valori e i suoi obiettivi. Non è mai facile lasciare la propria casa, nel nostro caso il Barcellona F.C., ma questo Club e la sua visione, così come quella del Presidente, ci ha convinti a farlo. È sotto gli occhi di tutti come questa visione sia innovativa, e noi vogliamo aiutare questa squadra e questa città a tradurla in realtà. Questa è storicamente una città di artisti, la casa di Tintoretto, di Vivaldi, e noi dobbiamo lasciarci ispirare da tutta quest’arte che ci circonda e tradurlo nella nostra identità di Club e conseguentemente di gioco.

Per spiegare il nostro intento siamo partiti dal Cerchio d’oro di Simone Sinek, questo è composto da cinque domande, la prima, e forse la più importante, è il perché: la risposta è semplice, noi vogliamo vincere con la prima squadra ma attraverso giocatori formatisi nella nostra casa, e questo tramite un’idea di gioco che divenga riconoscibile come un marchio di fabbrica. Potremmo dire che il principio è il medesimo di quella che fu la Repubblica Serenissima, partire dal basso per arrivare in alto. L’identità di gioco che vogliamo creare non è una replica del lavoro che abbiamo fatto a Barcellona, ma una che sia tipica e peculiare di questo Club. Vogliamo che il Venezia divenga un punto di riferimento per quanto riguarda l’identità di gioco non solo nazionale, ma anche internazionale”.